Ikigai!Tokyo
Ikigai! Tokyo
Ikigai è un concetto di filosofia Giapponese, che significa “ragione di vita e ragione d’essere” . Un processo di ricerca personale, che ci spinge a fare sempre le cose nel migliore dei modi, per sentirci appagati.
Tokyo
Dopo aver perlustrato Tokyo per dieci giorni, mi rendo conto che non è semplice parlarne.
Forse perché come al solito, per deformazione professionale, per raccontare preferisco usare le immagini.
O forse perché conscia di essere molto innamorata del Giappone, della sua cultura, della gentilezza ed educazione delle persone, delle sue contraddizioni, delle anime, del cibo, della bellezza e di una igiene maniacale.
È incredibile come ci si senta euforici già due settimane prima di partire, nonostante abbia visitato molti posti nel mondo! Inizialmente la paura è quella di perdersi, eppure in nessuna altra parte come a Tokyo, ritrovavo sempre strade e punti di riferimento.
La verità è che ci si sente catapultati in un’altra dimensione, non solo perché sei nella parte più estrema dell’Oriente, dove dopo, geograficamente parlando c’è tantissima acqua, ma perché la sensazione VERA e profonda che ho avuto, è quella che in Giappone “ritrovi te stessa“, non so per quale arcano motivo. So solo che i diversi background etnici e culturali, influenzano e modellano il nostro essere, arricchendo la nostra identità di esperienza, fino a renderla unica!
Tokyo è una metropoli incredibile, se si pensa a quante volte si è dovuta rialzare, da eventi climatici disastrosi come uragani, incendi, terremoti e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale iniziati nel 1942, fino all’Operazione Meetinghouse avvenuta nella notte tra il 9 e il 10 Marzo 1945, che fece 100.000 vittime e vide la capitale Giapponese quasi rasa al suolo.
Ovviamente nel ricostruirla la maggior parte della città ebbe un’impronta urbanistica occidentale, sviluppandosi in verticale, anche se la sua area è grande come Roma e New York.
Abitata da 15 milioni di persone, una moltitudine di gente che si muove delicatamente, rispettando qualsiasi tipo di coda, senza mai creare caos e fastidi.
I Giapponesi hanno una delicatezza e gentilezza imbarazzante, con un rispetto per la vita che scorre e, per tutte le più piccole cose che creino armonia. Sono ultramoderni, innovativi e conservatori delle proprie tradizioni al tempo stesso, creano stili passando da uno stile punk, alle griffe, al Cosplay, fino ad indossare ancora in alcune zone, il Susohiki l’ antico kimono da Geisha, che contrasta armoniosamente con i cellulari, costantemente in mano per essere sempre connesse.
Tokyo è una metropoli ultrasicura, a tal punto che si vedono bambini di sei anni prendere la metro per andare a scuola. I quartieri si differenziano tra loro come stile e anima e sono collegati perfettamente dai treni e dalle metropolitane.
Asakusa dove si mangiano i migliori Okonomiyaki e i Soba, è la parte più antica, dove si trovano ancora vecchie costruzioni. Il tempo sembra essersi fermato quando si arriva al Tempio Sensoji, il più antico e grande di Tokyo,
dove prima di entrare nel Kaminarimon” (Portale del Tuono), si fa il rito della purificazione con l’incenso.
Akihabara, l’Electric Town tra anime, (con cui anche Io sono cresciuta), manga e catene di elettronica e tecnologia più avanzate come Yodobashi Akiba. Ginza, grattacieli e centri commerciali di lusso.
Shinjuku dal fascino particolare, tra lanterne e locali retrò, nella parte orientale e grattacieli, i più alti di Tokyo, nello skyscrapers district.
Shibuya coloratissima, con il suo incrocio dove quando il semaforo diventa verde, centinaia di persone attraversano sulle strisce, però in tutte le direzioni.
La baia artificiale di Odaiba, con il suo Rainbow bridge e moltri altri…
Non avevo mai visto il film Lost in Translation, ambientato a Tokyo, l’ho visto una settimana dopo esser tornata, mio marito ed Io siamo rimasti increduli, nel vedere che già venti anni fa Tokyo era esattamente così, treni Shinkansen ad alta velocità compresi. E scoprire alla fine, che il suono e il messaggio degli allarmi antincendio che per ben due volte ci hanno fatto evacuare dalla stanza alle 3 di notte, sono la norma del sistema di sicurezza Giapponese, contro emergenze e calamità.
Mi manca il loro corale e costante “Irasshaimase” e il loro simpaticissimo “solly”, per parlare così poco in inglese.
Two Artwork of this series
are currently on sale on Saatchi Art